Nel maggio del 2015 una signora italiana pretendeva di comperare una borsa originale di Chanel degli anni '80 a 22 euro, perché sulla targhetta c'era scritto "€ 2200". Avrebbero dovuto scriverlo meglio, ha risposto seccata la Signora, andando via.
Non sarebbe mai accaduto prima. A Chanel hanno sempre portato rispetto ed ammirazione tutte le Donne (che vivevano in quella parte di mondo per cui ne conoscevano l'esistenza).
E perché tutte le donne in fondo amano Chane?
Tutta colpa di Marylin Monroe.
Un giorno lei disse, durante un'intervista, - « What do I wear in bed? - Why, Chanel No. 5, of course »
E CHANEL No,5 diventa un simbolo. Come la Coca-Cola. Marilyn traghetta il mito di Chanel in tutto il mondo. La Donna più bella della storia da quando esistono le cineprese proietta l'Essenza dell'Essere Donna con addosso Chanel.
L'immortalità è assicurata. E le vendite anche.
Indossare Chanel significa sentirsi più belle. Non importa se siano le scarpe che portano il suo nome, o due gocce di profumo, un abito da sposa, o solo una scritta nera su una maglietta bianca.
Ed è bello e naturale che le donne provino a fare di tutto per cercare di essere "ancora più belle".
Così, un giorno, per chi non si poteva proprio permettere una Chanel originale, arrivarono i falsi, e poi arrivarono i cinesi. E forse a Coco sarebbe piaciuto.
Ed ecco perché è legittimo che "una borsetta" costi duemiladuecento euro.
E quindi, a quella Signora, serviranno ben più di poche gocce di Chanel No5 per diventare una Donna.
https://www.youtube.com/watch?v=Wo8UtWiYiZI
mercoledì 27 maggio 2015
sabato 16 maggio 2015
VELOCITA' RELATIVA
Il ritmo con cui si susseguono le trasformazioni della vita di un individuo sono fondamentalmente dettate da leggi biologiche e fisiologiche ineluttabili.
Ma la velocità con cui si muove l'umanità, intesa come un unico organismo "pluricellulare" è invece stabilita dalla velocità con cui viaggiano le informazioni.
Oggi quindi, che la tecnologia consente ad un qualunque messaggio di essere trasferito e recapitato immediatamente, ci troviamo in grave difficoltà.
Il più banale sms viene inviato-ricevuto in un tempo inferiore a quello necessario per scriverlo e per leggerlo.
Credo dunque che siamo davvero al limite fisiologico di corsa e di saturazione delle "cose da fare".
La velocità che l'istantaneità della trasmissione dell'informazione impone agli esseri umani, al lavoro, alle relazioni, alla crescita, allo sviluppo emotivo è al limite delle possibilità umane.
Per quanto ogni nuova generazione sia (con nostro grande stupore!) magicamente in grado di utilizzare ed integrarsi con gli strumenti di comunicazione globale in modo "naturale", è assolutamente indubbio che quella velocità sia davvero difficile da sostenere in ogni aspetto della vita adulta, soprattutto perchè il nostro sviluppo individuale si svolge con tempi molto più lunghi.
Mi chiedo dunque che tipo di uomo sarà in futuro un ragazzino che a 11 anni è in grado di scegliere la musica, seguire un programma in tv, rispondere al cellulare, aggiornare il suo profilo e fare una ricerca per la scuola tutto contemporaneamente. Interagisce su 4 canali differenti, che parlano linguaggi differenti, eppure pare che la sua mente sia in grado di prestare a tutti la necessaria attenzione.
Ne siamo sicuri?
Una cosa è certa, molti anni sono passati da quando la posta viaggiava a cavallo, e per le "questioni pratiche" è sicuramente un vantaggio. Ma per concedere ad un essere umano il tempo di riflettere, di sentire, di elaborare, di progettare, di cambiare idea!, ci vuole del tempo oggi scomparso.
Abbiamo saturato quello spazio vuoto nella mente necessario alle sensazioni per poter affiorare, alle idee per potersi sviluppare, alle decisioni per essere vagliate, alla coscienza per essere ascoltata, ai ricordi per essere ricordati.
Per fortuna "il ritmo che la vita ci impone" in realtà non è una legge ma una possibilità.
Perchè le vite non sono tutte uguali, perchè anche oggi si può scegliere, si può, volendo, scendere dal costoso treno ad alta velocità, con connessione inernet e aria condizionata, e andare in bicicletta, arrivare sudati e stanchi, ma avendo dentro agli occhi e dentro alla testa un vero viaggio.
Se si vuole, si può scegliere, di modulare la velocità della nostra vita in base alle nostre effettive esigenze e possibilità. Ma questo ha ovviamente un prezzo, il compromesso è accettare con serenità il fatto di poter essere superati, decidere di non competere, non entrare in gara, essere impopolari e finanche essere poveri.
Decidere che vogliamo esserne coscenti, nel caso ci capitasse di essere felici.
Ma la velocità con cui si muove l'umanità, intesa come un unico organismo "pluricellulare" è invece stabilita dalla velocità con cui viaggiano le informazioni.
Oggi quindi, che la tecnologia consente ad un qualunque messaggio di essere trasferito e recapitato immediatamente, ci troviamo in grave difficoltà.
Il più banale sms viene inviato-ricevuto in un tempo inferiore a quello necessario per scriverlo e per leggerlo.
Credo dunque che siamo davvero al limite fisiologico di corsa e di saturazione delle "cose da fare".
La velocità che l'istantaneità della trasmissione dell'informazione impone agli esseri umani, al lavoro, alle relazioni, alla crescita, allo sviluppo emotivo è al limite delle possibilità umane.
Per quanto ogni nuova generazione sia (con nostro grande stupore!) magicamente in grado di utilizzare ed integrarsi con gli strumenti di comunicazione globale in modo "naturale", è assolutamente indubbio che quella velocità sia davvero difficile da sostenere in ogni aspetto della vita adulta, soprattutto perchè il nostro sviluppo individuale si svolge con tempi molto più lunghi.
Mi chiedo dunque che tipo di uomo sarà in futuro un ragazzino che a 11 anni è in grado di scegliere la musica, seguire un programma in tv, rispondere al cellulare, aggiornare il suo profilo e fare una ricerca per la scuola tutto contemporaneamente. Interagisce su 4 canali differenti, che parlano linguaggi differenti, eppure pare che la sua mente sia in grado di prestare a tutti la necessaria attenzione.
Ne siamo sicuri?
Una cosa è certa, molti anni sono passati da quando la posta viaggiava a cavallo, e per le "questioni pratiche" è sicuramente un vantaggio. Ma per concedere ad un essere umano il tempo di riflettere, di sentire, di elaborare, di progettare, di cambiare idea!, ci vuole del tempo oggi scomparso.
Abbiamo saturato quello spazio vuoto nella mente necessario alle sensazioni per poter affiorare, alle idee per potersi sviluppare, alle decisioni per essere vagliate, alla coscienza per essere ascoltata, ai ricordi per essere ricordati.
Per fortuna "il ritmo che la vita ci impone" in realtà non è una legge ma una possibilità.
Perchè le vite non sono tutte uguali, perchè anche oggi si può scegliere, si può, volendo, scendere dal costoso treno ad alta velocità, con connessione inernet e aria condizionata, e andare in bicicletta, arrivare sudati e stanchi, ma avendo dentro agli occhi e dentro alla testa un vero viaggio.
Se si vuole, si può scegliere, di modulare la velocità della nostra vita in base alle nostre effettive esigenze e possibilità. Ma questo ha ovviamente un prezzo, il compromesso è accettare con serenità il fatto di poter essere superati, decidere di non competere, non entrare in gara, essere impopolari e finanche essere poveri.
Decidere che vogliamo esserne coscenti, nel caso ci capitasse di essere felici.
sabato 2 maggio 2015
L'ARCA DI NOE'
Il materiale di oggi è: la cittadina di Corralejo (Fuerteventura, Islas Canarias)
Corralejo è come l’Arca di Noè: tutti gli esemplari possibili di esseri umani differenti sono rappresentati. Tutti i colori, tutti i mestieri, tutti i ceti sociali insieme. Sedersi alle 4 di pomeriggio a bere un caffè e guardare la strada è come vedere un video-fotomontaggio, sembra impossibile che persone tanto diverse possano passare sullo stesso marciapiede in uno spaccato di tempo di 15 minuti. Ci persone di tutte le età, sani e disabili, ci sono i ragazzi in gruppo, le coppette in pensione, le famiglie con i bambini, le mamme che portano i figli in piscina, i surfisti della domenica, cuochi e lavapiatti, venditori di souvenir e di street food, gli agenti immobiliari, i pescatori e le suore che pucciano i piedi dagli scogli, i bambini che si impanano nella sabbia, la vecchia tettona che dopo 10 ore di sole si fa la doccia, la mamma marocchina con la sua tunica a qualunque temperatura, col passeggino, la fidanzata dell’istruttore di kite che ha fatto la spesa, il venditore di escursioni, l’imbianchino che ha finito di lavorare, il gruppo di ragazzine tedesche che ridono pensando alla serata passata o a quella futura, la spagnola che lavora in banca ma ora sta facendo jogging, i due amici che si sono svegliati mezz’ora fa dopo il venerdì sera alcolico… e seduti ai tavolini del locale c’è chi mangia la pizza, chi la frittura di pesce, chi beve il cappuccino e chi è già al gin tonic.
Ognuno segue il suo percorso nelle strade del centro, avanti e indietro come la marea, ognuno però con il suo ritmo, e le sue motivazioni.
E poi ci sono tutti quelli che non si vedono, ma anche loro sono lì intorno: il capitano del traghetto, il benzinaio, la baby-sitter, l’osteopatia, il console, il postino, l’ingegnere, l’alpinista, il professore, il chirurgo plastico, l’idraulico fotografo, e anche il padrone della villa sulla punta, quella alla fine della baia, con i vetri frangivento sempre puliti e i divani bianchi nel patio sotto la bouguenville a bordo piscina.
Questo incredibile campionario di umanità è un panorama unico, multicolore, ed emozionante, a modo suo, tanto che anche i pesci di cartapesta del porto, invece che guardare il mare, guardano la passeggiata.
domenica 5 aprile 2015
SOLO UN VESTITO
Non avevo mai pensato veramente che gli abiti potessero essere delle opere d'arte, finché non ho ammirato i capolavori di Vivienne Westweood.
Non dico che sia la migliore, ma per me è stata la scintilla di una rivelazione.
Non dico che sia la migliore, ma per me è stata la scintilla di una rivelazione.
Anche perché poi ho conosciuto Alexander McQueen...
...che mi ha portato a John Galliano...
Come si può sfuggire alla tentazione di valutare struttura, forma e colore, immaginazione, fantasia e tecnica, manualità, coraggio e passione...
Insomma, non si può dire che questi siano... solo vestiti.
Ci vuole davvero una immensa passione, per il corpo femminile in primis, e poi per la relazione tra intero e dettaglio, composizione e contrapposizione di forma e palette di colori, ispirazioni e citazioni della natura e della storia dell'arte, e un godimento visivo e tattile per la scelta delle texture, dei materiali.
Capisco perché la maggior parte dei grandi stilisti siano prima architetti. Perché l'approccio è davvero identico, gli elementi in gioco sono gli stessi.
A pensarci bene anche gli stili: essenziale, geometrico, barocco, informale, impero, floreale, gotico...
Valgono per la moda le definizioni che normalmente usiamo per l'architettura ma anche per la pittura, la scultura e la musica, perciò anche involontariamente, mettiamo queste "forme" a paragone sullo stesso piano.
E vedendo questi capolavori mi sembra che sia giusto così.
Forse ciò che rende la moda un'arte è proprio la ricerca della bellezza nella forma.
E questo, per quanto mi riguarda, è già sufficiente.
sabato 4 aprile 2015
REALE VS VIRTUALE: 1 A ZERO
Il sito italiano di incontri on line per eccellenza lancia una NUOVA INCREDIBILE ATTIVITA': incontrarsi di persona! Che confortevole e rassicurante cambiamento sociale! Anche i seguaci praticanti più fedeli e convinti della realtà virtuale si sono dovuti rassegnare all'ineluttabile esigenza SENSORIALE, che non può essere compensata dalla sola attività intellettuale, per quanto intensa, interessante, intrigate e significativa possa essere!
Perciò ecco che le chat lasciano il posto agli eventi. Ecco che finalmente si ritorna ad incontrarsi di persona.
Così tutto ciò che preoccupava e pareva rendere più faticoso incontrarsi e più comodo farsi splendidi digitando sulla tastiera stando svaccati sul divano, ecco che torna di moda il contatto fisico!
Si rispolvera il gusto antico della preparazione, del rito della scelta del vestito, l'emozione dell'attesa, la gestione delle aspettative, l'emozione della prima stretta di mano, o forse del "bacio-bacio" che serve più che altro per annusarsi.
Ma non solo! Il grande upgrade è doppio. Non solo perché finalmente la gente ha di nuovo voglia di incontrarsi di persona, ma riconosce il valore del contesto sociale.
Incontrarsi in un tête-à-tête paradossalmente è riduttivo, mentre nel gruppo si possono percepire non solo i segnali rivolti a noi, ma anche quelli che i "possibili partner" lanciano verso gli altri, possibili concorrenti o possibili prede. Viene svelata la posizione che l'individuo assume all'interno del branco, consente di vedere e di mostrarsi impegnati in un'attività di interesse condiviso, di svelare e rivelare abilità e difficoltà, mitiga l'imbarazzo di essere totalmente al centro dell'attenzione e... non ultimo, consente di conoscere e confrontare più possibilità in un'unica occasione!
Di nuovo la materia vince sull'immateriale.
E se è un po' triste che si debba ricorrere ad un sito di incontri anche solo per organizzarsi una cena ... è bene che comunque quel sito ci sia.
Perciò ecco che le chat lasciano il posto agli eventi. Ecco che finalmente si ritorna ad incontrarsi di persona.
Così tutto ciò che preoccupava e pareva rendere più faticoso incontrarsi e più comodo farsi splendidi digitando sulla tastiera stando svaccati sul divano, ecco che torna di moda il contatto fisico!
Si rispolvera il gusto antico della preparazione, del rito della scelta del vestito, l'emozione dell'attesa, la gestione delle aspettative, l'emozione della prima stretta di mano, o forse del "bacio-bacio" che serve più che altro per annusarsi.
Ma non solo! Il grande upgrade è doppio. Non solo perché finalmente la gente ha di nuovo voglia di incontrarsi di persona, ma riconosce il valore del contesto sociale.
Incontrarsi in un tête-à-tête paradossalmente è riduttivo, mentre nel gruppo si possono percepire non solo i segnali rivolti a noi, ma anche quelli che i "possibili partner" lanciano verso gli altri, possibili concorrenti o possibili prede. Viene svelata la posizione che l'individuo assume all'interno del branco, consente di vedere e di mostrarsi impegnati in un'attività di interesse condiviso, di svelare e rivelare abilità e difficoltà, mitiga l'imbarazzo di essere totalmente al centro dell'attenzione e... non ultimo, consente di conoscere e confrontare più possibilità in un'unica occasione!
Di nuovo la materia vince sull'immateriale.
E se è un po' triste che si debba ricorrere ad un sito di incontri anche solo per organizzarsi una cena ... è bene che comunque quel sito ci sia.
venerdì 3 aprile 2015
SCRIPTA MANENT
Nell’elogio del materiale sull’immateriale non posso non parlare della scrittura.
Gli esseri umani primitivi, così scarsamente dotati fisicamente, sono sopravvissuti grazie alla comunicazione. Non è stata la posizione eretta, tantomeno il pollice opponibile a fare la differenza, ma la nostra capacità di sviluppare una comunicazione complessa, un linguaggio in grado di aiutare il nostro simile a sopravvivere trasmettendo informazioni e conoscenza.
Anche le formiche lo fanno. Già. Ma le formiche per trasmettere questa conoscenza devono toccarsi, o quanto meno vivere nello stesso luogo, o quanto meno nello stesso tempo! E forse hanno meno cose da dirsi. Gli uomini invece, prima hanno sviluppato la comunicazione e poi hanno studiato dei modi per comunicare nel tempo, lasciando tracce che sono diventate disegni che sono diventate storie, prima per immagini e poi con le parole.
Nessun altra specie di questo pianeta è in grado di comunicare con i suoi simili del futuro come facciamo noi, e nessun’altra specie è in grado di mandare un messaggio così lontano come facciamo noi.
Il potere e il valore del nostro pensiero è così grande perché abbiamo trovato il modo di esprimerlo, poi diffonderlo, ed infine di tramandarlo.
Le specie animali e vegetali del pianeta possono contare solo su ciò che è scritto nel loro DNA e su quel che la vita riserverà loro, come individui. Noi invece abbiamo accesso anche a tutto quello che nel nostro DNA non ci sta, la conoscenza di migliaia di altri individui che mettono a nostra disposizione esperienze che noi non faremo mai, attraverso la scrittura.
Poter imprimere su un materiale sufficientemente longevo informazioni come rimedi per le malattie, racconti di viaggio, quantità e misure, ipotesi e soluzioni, musica e poesia, ci ha permesso di sopravvivere e dominare.
E’ forse per questo senso di… soluzione, potere, utilità e nobiltà, che diamo alla comunicazione e alla scrittura un valore incalcolabile, una speranzosa fiducia, come unico rimedio, non tanto alla morte, quanto all’orrore dell’idea di non essere mai esistiti.
venerdì 27 marzo 2015
LA DEFINIZIONE DI DIO
Una catechista illuminata ha dato di Dio una definizione… sensata. Dio è colui che ha creato le regole che muovono l’universo. E per regole si intende sia l’alternarsi delle stagioni, il fatto che l’aria calda sale e la fredda scende, che il sesso può generare prole, la velocità della luce e le conseguenze dell’amore. Tutto risponde e sottostà a queste regole di causa-effetto come una certezza, una sicurezza, una forza assoluta e imprescindibile. Come la gravità, che non impedisce di volare, ma c’è.
Io invece credo che la vita non sia stata creata ma si sia generata, che le regole non siano state scritte prima della vita e della materia, ma che si siano sviluppate mentre la catena di DNA degli esseri biologici diventava sempre più lunga.
In principio la materia si divertiva con combinazioni casuali che, anche se non portavano a nulla, però sprigionavano energia. E una volta che c’è energia… tutto può succedere!
Quando nel nulla eterno ad un certo punto una piega, un’increspatura, una ruga nella noia dell’uniformità, sbadiglia, ecco che un riflesso, un grumo più denso, una semplice differenza nell’uniforme informe, scatena il botto! innesca il meccanismo, il gioco di esistere.
Si esiste solo in contrapposizione al non esistere.
Credo che tutto sia partito dall’essere in due: luce e buio, caldo e freddo. L’assoluto unico e uniforme è l’inutile nulla, ma è bastato essere in due per dare origine a tutto quanto!
E non riesco ad immaginare, a pensare, a credere, che all’origine di tutto potesse esserci una cosa così complessa ed umana come la volontà. La vita non è un dono, è il moto perpetuo di causa ed effetto che ogni istante trasforma l’energia che abbiamo intorno in una gravidanza, un incidente stradale, una malattia incurabile o l’inspiegabile recessione di un cancro, così come diventa un’eruzione vulcanica, una poesia, il sorriso di un bambino o la nascita di una stella, un gene modificato o l’arrivo della primavera. Tutte cose che generano nuova energia, nuova materia, nuova vita.
E non serve credere in Dio per vedere i miracoli.
domenica 25 gennaio 2015
VECCHIE ABITUDINI E GLOBALIZZAZIONE
Visto come stanno andando le cose, in una visione ormai più realista che futuristicamente pessimista, non è difficile immaginare un prossimo futuro... diciamo medievale. Ma non è solo per prepararci e abituarci a vivere senza tecnologia e con scarse fonti di energia, che i lavori cosiddetti manuali stanno riacquistando nobiltà. Il valore del lavoro artigiano è doppio. Produce qualità nel mercato, nella cultura, nel quotidiano dei cittadini di tutto il mondo, e allo stesso tempo produce un effetto positivo anche su chi lo produce.
Il lavoro manuale è di fondamentale importanza per chi vi si dedica.
Una consuetudine per secoli oscilla oggi tra un privilegio, una chance, una missione, una terapia. O forse tutte queste cose insieme.
Sistemi di comunicazione avanzati e realtà virtuali hanno smaterializzato l'esperienza umana, e visto che il concreto tende a scomparire dal nostro quotidiano, alcune persone decidono coscientemente di recuperarlo, di ritrovare il contatto con la materia e con la preistorica capacità di maneggiarla e manipolarla. E siccome gli esseri umani sanno essere incredibilmente ispirati, riescono anche a trasformare la materia in arte.
La cosa più potente, ad ogni modo, è che questa pratica è diffusa in OGNI CIVILTA'. Per questo le piccole realtà e i prodotti tipici costituiscono il vero mercato globale. In tutto il pianeta troverete qualcuno che lavora il legno, il metallo, tessuti e filati, prodotti della terra. Ovunque.
E da questo punto di vista... beh è indubbio che viviamo in un Paese incredibilmente ricco e fertile.
Sosteniamolo perciò. Scegliendo un prodotto artigianale, la prossima volta che faremo un acquisto, avremo sostenuto una famiglia, un modo di vivere, di pensare e di agire, avremo arricchito il nostro paese e le sue tradizioni e speranze per il futuro, e avremo arricchito la nostra casa o il nostro guardaroba di un oggetto dal valore inestimabile, in quanto fatto con fatica e passione, e soprattutto perchè unico.
http://www.laureatiartigiani.it
Il lavoro manuale è di fondamentale importanza per chi vi si dedica.
Una consuetudine per secoli oscilla oggi tra un privilegio, una chance, una missione, una terapia. O forse tutte queste cose insieme.
Sistemi di comunicazione avanzati e realtà virtuali hanno smaterializzato l'esperienza umana, e visto che il concreto tende a scomparire dal nostro quotidiano, alcune persone decidono coscientemente di recuperarlo, di ritrovare il contatto con la materia e con la preistorica capacità di maneggiarla e manipolarla. E siccome gli esseri umani sanno essere incredibilmente ispirati, riescono anche a trasformare la materia in arte.
La cosa più potente, ad ogni modo, è che questa pratica è diffusa in OGNI CIVILTA'. Per questo le piccole realtà e i prodotti tipici costituiscono il vero mercato globale. In tutto il pianeta troverete qualcuno che lavora il legno, il metallo, tessuti e filati, prodotti della terra. Ovunque.
E da questo punto di vista... beh è indubbio che viviamo in un Paese incredibilmente ricco e fertile.
Sosteniamolo perciò. Scegliendo un prodotto artigianale, la prossima volta che faremo un acquisto, avremo sostenuto una famiglia, un modo di vivere, di pensare e di agire, avremo arricchito il nostro paese e le sue tradizioni e speranze per il futuro, e avremo arricchito la nostra casa o il nostro guardaroba di un oggetto dal valore inestimabile, in quanto fatto con fatica e passione, e soprattutto perchè unico.
http://www.laureatiartigiani.it
mercoledì 7 gennaio 2015
#STEAMPUNK
E così, questi "accrocchi" di metallo e cuoio diventano uno stile codificato, che si applica a tutto. E così come nell'abbigliamento e negli accessori, anche nell'arredamento, la rielaborazione di forme e materiali di recupero, guidata dalla creatività illuminata, può originare oggetti di grande effetto.
martedì 6 gennaio 2015
NUOVI MODELLI PRODUTTIVI
Se è importante il lavoro degli artigiani che scelgono la creatività per promuovere un nuovo stile di vita, utilizzando e riutilizzando materie prime seconde per il loro lavoro... ancora più importante è l'impegno di chi cerca di promuovere questo sistema come un vero NUOVO SISTEMA PRODUTTIVO SU LARGA SCALA. Questo è il grande lavoro che sta portando avanti già da qualche anno Silvia Dal Prato, con il suo progetto RIKEA, evoluto poi in una start up pluri premiata: RiUP. L'idea è straodrinariamente semplice, come tutte le idee vincenti: usare scarti industriali per realizzare prodotti industriali. Tutte le fasi di questo progetto sono vincenti: diminuzione della produzione di rifiuti non riciclabili con vantaggi per l'ambiente, grazie alla diminuzione di accumulo, di dispendio di energie per il recupero, il trasporto, lo stoccaggio e lo smaltimento di materiali; eliminazione della necessità di nuova materia prima (impoverimento progressivo delle risorse del pianeta); drastica diminuzione delle energie necessarie alla realizzazione di nuovi oggetti di uso quotidiano che comprendono tutte le fasi (decine di passaggi di mano, di kilometri percorsi, spazio e tempo utilizzati ...) che ai tecnici piace riassumere in metri cubi di CO2 prodotta....
Insomma, una soluzione facile ad una grande quantità di problemi, che se diventasse davvero un nuovo modello produttivo potrebbe veramente cambiare la vita del pianeta... Purtroppo però questo magnifico progetto non riesce ad andare oltre la fase di start up. Per due motivi: imprenditori ed industriali non riescono ancora a comprendere questei argomenti come VALORI (se non si quantifica in euro a fine mese non vale niente) e soprattutto ancora, ancora nel secondo decennio dell'anno duemila, gli amministratori di questo paese non sono capaci di modificare le fallimentari normative che regolano la gestione dei RIFIUTI. E' incredibile che a fermare questo tipo di progetti siano proprio le normative che dovrebbero invece promuoverlo, incentivarlo, anzi... direi a questo punto della storia, renderlo obbligatorio!!
Se "la gente" non è in grado di comprendere il danno derivante dallo spreco, gli uomini illumintati che dovrebbero guidare la Comunità, il Paese, le Nazioni, dovrebbero renderlo proibito per legge!
Insomma, una soluzione facile ad una grande quantità di problemi, che se diventasse davvero un nuovo modello produttivo potrebbe veramente cambiare la vita del pianeta... Purtroppo però questo magnifico progetto non riesce ad andare oltre la fase di start up. Per due motivi: imprenditori ed industriali non riescono ancora a comprendere questei argomenti come VALORI (se non si quantifica in euro a fine mese non vale niente) e soprattutto ancora, ancora nel secondo decennio dell'anno duemila, gli amministratori di questo paese non sono capaci di modificare le fallimentari normative che regolano la gestione dei RIFIUTI. E' incredibile che a fermare questo tipo di progetti siano proprio le normative che dovrebbero invece promuoverlo, incentivarlo, anzi... direi a questo punto della storia, renderlo obbligatorio!!
Se "la gente" non è in grado di comprendere il danno derivante dallo spreco, gli uomini illumintati che dovrebbero guidare la Comunità, il Paese, le Nazioni, dovrebbero renderlo proibito per legge!
giovedì 1 gennaio 2015
L'IMMATERIALE
Il mondo non è fatto di sola materia. Nell'universo in fondo c'è più spazio vuoto che materia. E così anche in noi probabilmente c'è più anima che massa corporea. Attraverso la materia capiamo, visualizziamo, conosciamo, raccontiamo, e diamo forma, per quanto ci è possibile, a ciò che di immateriale c'è nella nostra esistena.
La più alta forma di materializzazione dell'intangibile è l'abbraccio.
Preciso ed efficace, non può essere frainteso. Ricco o sterile è sempre riconoscibile. Nasce per dire qualcosa e finisce sempre per svelare tutto. E' manifestazione di un infinito ventaglio di emozioni e parole: forza, amore, protezione, consolazione, condivisione, pace, erotismo e fratellanza, vittoria e trionfo, paura, intimità, calore terapeutico, sostegno.
L'abbraccio è l'estensione di un sorriso, fino al limite della misura del nostro corpo. Nell'abbraccio lasciamo che sia la materia di cui siamo fatti a raccontare cosa abbiamo nel cuore, perchè per quante parole conosciamo ci sono sempre cose che non riusciamo a dire, oppure ce ne vorrebbero troppe di parole, o di tempo... oppure abbiamo di fronte qualcuno o qualcosa che delle parole non se ne farebbe nulla.
Invece così, in un istante, riusciamo a dire tutto insieme, in un'esplosione che l'anima e il corpo riescono a percepire contemporaneamente, e la nostra umanità, nella sua completezza, trionfa.
La più alta forma di materializzazione dell'intangibile è l'abbraccio.
Preciso ed efficace, non può essere frainteso. Ricco o sterile è sempre riconoscibile. Nasce per dire qualcosa e finisce sempre per svelare tutto. E' manifestazione di un infinito ventaglio di emozioni e parole: forza, amore, protezione, consolazione, condivisione, pace, erotismo e fratellanza, vittoria e trionfo, paura, intimità, calore terapeutico, sostegno.
L'abbraccio è l'estensione di un sorriso, fino al limite della misura del nostro corpo. Nell'abbraccio lasciamo che sia la materia di cui siamo fatti a raccontare cosa abbiamo nel cuore, perchè per quante parole conosciamo ci sono sempre cose che non riusciamo a dire, oppure ce ne vorrebbero troppe di parole, o di tempo... oppure abbiamo di fronte qualcuno o qualcosa che delle parole non se ne farebbe nulla.
Invece così, in un istante, riusciamo a dire tutto insieme, in un'esplosione che l'anima e il corpo riescono a percepire contemporaneamente, e la nostra umanità, nella sua completezza, trionfa.
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