Ma la velocità con cui si muove l'umanità, intesa come un unico organismo "pluricellulare" è invece stabilita dalla velocità con cui viaggiano le informazioni.
Oggi quindi, che la tecnologia consente ad un qualunque messaggio di essere trasferito e recapitato immediatamente, ci troviamo in grave difficoltà.
Il più banale sms viene inviato-ricevuto in un tempo inferiore a quello necessario per scriverlo e per leggerlo.
Credo dunque che siamo davvero al limite fisiologico di corsa e di saturazione delle "cose da fare".
La velocità che l'istantaneità della trasmissione dell'informazione impone agli esseri umani, al lavoro, alle relazioni, alla crescita, allo sviluppo emotivo è al limite delle possibilità umane.
Per quanto ogni nuova generazione sia (con nostro grande stupore!) magicamente in grado di utilizzare ed integrarsi con gli strumenti di comunicazione globale in modo "naturale", è assolutamente indubbio che quella velocità sia davvero difficile da sostenere in ogni aspetto della vita adulta, soprattutto perchè il nostro sviluppo individuale si svolge con tempi molto più lunghi.
Mi chiedo dunque che tipo di uomo sarà in futuro un ragazzino che a 11 anni è in grado di scegliere la musica, seguire un programma in tv, rispondere al cellulare, aggiornare il suo profilo e fare una ricerca per la scuola tutto contemporaneamente. Interagisce su 4 canali differenti, che parlano linguaggi differenti, eppure pare che la sua mente sia in grado di prestare a tutti la necessaria attenzione.
Ne siamo sicuri?
Una cosa è certa, molti anni sono passati da quando la posta viaggiava a cavallo, e per le "questioni pratiche" è sicuramente un vantaggio. Ma per concedere ad un essere umano il tempo di riflettere, di sentire, di elaborare, di progettare, di cambiare idea!, ci vuole del tempo oggi scomparso.
Abbiamo saturato quello spazio vuoto nella mente necessario alle sensazioni per poter affiorare, alle idee per potersi sviluppare, alle decisioni per essere vagliate, alla coscienza per essere ascoltata, ai ricordi per essere ricordati.
Per fortuna "il ritmo che la vita ci impone" in realtà non è una legge ma una possibilità.
Perchè le vite non sono tutte uguali, perchè anche oggi si può scegliere, si può, volendo, scendere dal costoso treno ad alta velocità, con connessione inernet e aria condizionata, e andare in bicicletta, arrivare sudati e stanchi, ma avendo dentro agli occhi e dentro alla testa un vero viaggio.
Se si vuole, si può scegliere, di modulare la velocità della nostra vita in base alle nostre effettive esigenze e possibilità. Ma questo ha ovviamente un prezzo, il compromesso è accettare con serenità il fatto di poter essere superati, decidere di non competere, non entrare in gara, essere impopolari e finanche essere poveri.
Decidere che vogliamo esserne coscenti, nel caso ci capitasse di essere felici.
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