Nel maggio del 2015 una signora italiana pretendeva di comperare una borsa originale di Chanel degli anni '80 a 22 euro, perché sulla targhetta c'era scritto "€ 2200". Avrebbero dovuto scriverlo meglio, ha risposto seccata la Signora, andando via.
Non sarebbe mai accaduto prima. A Chanel hanno sempre portato rispetto ed ammirazione tutte le Donne (che vivevano in quella parte di mondo per cui ne conoscevano l'esistenza).
E perché tutte le donne in fondo amano Chane?
Tutta colpa di Marylin Monroe.
Un giorno lei disse, durante un'intervista, - « What do I wear in bed? - Why, Chanel No. 5, of course »
E CHANEL No,5 diventa un simbolo. Come la Coca-Cola. Marilyn traghetta il mito di Chanel in tutto il mondo. La Donna più bella della storia da quando esistono le cineprese proietta l'Essenza dell'Essere Donna con addosso Chanel.
L'immortalità è assicurata. E le vendite anche.
Indossare Chanel significa sentirsi più belle. Non importa se siano le scarpe che portano il suo nome, o due gocce di profumo, un abito da sposa, o solo una scritta nera su una maglietta bianca.
Ed è bello e naturale che le donne provino a fare di tutto per cercare di essere "ancora più belle".
Così, un giorno, per chi non si poteva proprio permettere una Chanel originale, arrivarono i falsi, e poi arrivarono i cinesi. E forse a Coco sarebbe piaciuto.
Ed ecco perché è legittimo che "una borsetta" costi duemiladuecento euro.
E quindi, a quella Signora, serviranno ben più di poche gocce di Chanel No5 per diventare una Donna.
https://www.youtube.com/watch?v=Wo8UtWiYiZI
mercoledì 27 maggio 2015
sabato 16 maggio 2015
VELOCITA' RELATIVA
Il ritmo con cui si susseguono le trasformazioni della vita di un individuo sono fondamentalmente dettate da leggi biologiche e fisiologiche ineluttabili.
Ma la velocità con cui si muove l'umanità, intesa come un unico organismo "pluricellulare" è invece stabilita dalla velocità con cui viaggiano le informazioni.
Oggi quindi, che la tecnologia consente ad un qualunque messaggio di essere trasferito e recapitato immediatamente, ci troviamo in grave difficoltà.
Il più banale sms viene inviato-ricevuto in un tempo inferiore a quello necessario per scriverlo e per leggerlo.
Credo dunque che siamo davvero al limite fisiologico di corsa e di saturazione delle "cose da fare".
La velocità che l'istantaneità della trasmissione dell'informazione impone agli esseri umani, al lavoro, alle relazioni, alla crescita, allo sviluppo emotivo è al limite delle possibilità umane.
Per quanto ogni nuova generazione sia (con nostro grande stupore!) magicamente in grado di utilizzare ed integrarsi con gli strumenti di comunicazione globale in modo "naturale", è assolutamente indubbio che quella velocità sia davvero difficile da sostenere in ogni aspetto della vita adulta, soprattutto perchè il nostro sviluppo individuale si svolge con tempi molto più lunghi.
Mi chiedo dunque che tipo di uomo sarà in futuro un ragazzino che a 11 anni è in grado di scegliere la musica, seguire un programma in tv, rispondere al cellulare, aggiornare il suo profilo e fare una ricerca per la scuola tutto contemporaneamente. Interagisce su 4 canali differenti, che parlano linguaggi differenti, eppure pare che la sua mente sia in grado di prestare a tutti la necessaria attenzione.
Ne siamo sicuri?
Una cosa è certa, molti anni sono passati da quando la posta viaggiava a cavallo, e per le "questioni pratiche" è sicuramente un vantaggio. Ma per concedere ad un essere umano il tempo di riflettere, di sentire, di elaborare, di progettare, di cambiare idea!, ci vuole del tempo oggi scomparso.
Abbiamo saturato quello spazio vuoto nella mente necessario alle sensazioni per poter affiorare, alle idee per potersi sviluppare, alle decisioni per essere vagliate, alla coscienza per essere ascoltata, ai ricordi per essere ricordati.
Per fortuna "il ritmo che la vita ci impone" in realtà non è una legge ma una possibilità.
Perchè le vite non sono tutte uguali, perchè anche oggi si può scegliere, si può, volendo, scendere dal costoso treno ad alta velocità, con connessione inernet e aria condizionata, e andare in bicicletta, arrivare sudati e stanchi, ma avendo dentro agli occhi e dentro alla testa un vero viaggio.
Se si vuole, si può scegliere, di modulare la velocità della nostra vita in base alle nostre effettive esigenze e possibilità. Ma questo ha ovviamente un prezzo, il compromesso è accettare con serenità il fatto di poter essere superati, decidere di non competere, non entrare in gara, essere impopolari e finanche essere poveri.
Decidere che vogliamo esserne coscenti, nel caso ci capitasse di essere felici.
Ma la velocità con cui si muove l'umanità, intesa come un unico organismo "pluricellulare" è invece stabilita dalla velocità con cui viaggiano le informazioni.
Oggi quindi, che la tecnologia consente ad un qualunque messaggio di essere trasferito e recapitato immediatamente, ci troviamo in grave difficoltà.
Il più banale sms viene inviato-ricevuto in un tempo inferiore a quello necessario per scriverlo e per leggerlo.
Credo dunque che siamo davvero al limite fisiologico di corsa e di saturazione delle "cose da fare".
La velocità che l'istantaneità della trasmissione dell'informazione impone agli esseri umani, al lavoro, alle relazioni, alla crescita, allo sviluppo emotivo è al limite delle possibilità umane.
Per quanto ogni nuova generazione sia (con nostro grande stupore!) magicamente in grado di utilizzare ed integrarsi con gli strumenti di comunicazione globale in modo "naturale", è assolutamente indubbio che quella velocità sia davvero difficile da sostenere in ogni aspetto della vita adulta, soprattutto perchè il nostro sviluppo individuale si svolge con tempi molto più lunghi.
Mi chiedo dunque che tipo di uomo sarà in futuro un ragazzino che a 11 anni è in grado di scegliere la musica, seguire un programma in tv, rispondere al cellulare, aggiornare il suo profilo e fare una ricerca per la scuola tutto contemporaneamente. Interagisce su 4 canali differenti, che parlano linguaggi differenti, eppure pare che la sua mente sia in grado di prestare a tutti la necessaria attenzione.
Ne siamo sicuri?
Una cosa è certa, molti anni sono passati da quando la posta viaggiava a cavallo, e per le "questioni pratiche" è sicuramente un vantaggio. Ma per concedere ad un essere umano il tempo di riflettere, di sentire, di elaborare, di progettare, di cambiare idea!, ci vuole del tempo oggi scomparso.
Abbiamo saturato quello spazio vuoto nella mente necessario alle sensazioni per poter affiorare, alle idee per potersi sviluppare, alle decisioni per essere vagliate, alla coscienza per essere ascoltata, ai ricordi per essere ricordati.
Per fortuna "il ritmo che la vita ci impone" in realtà non è una legge ma una possibilità.
Perchè le vite non sono tutte uguali, perchè anche oggi si può scegliere, si può, volendo, scendere dal costoso treno ad alta velocità, con connessione inernet e aria condizionata, e andare in bicicletta, arrivare sudati e stanchi, ma avendo dentro agli occhi e dentro alla testa un vero viaggio.
Se si vuole, si può scegliere, di modulare la velocità della nostra vita in base alle nostre effettive esigenze e possibilità. Ma questo ha ovviamente un prezzo, il compromesso è accettare con serenità il fatto di poter essere superati, decidere di non competere, non entrare in gara, essere impopolari e finanche essere poveri.
Decidere che vogliamo esserne coscenti, nel caso ci capitasse di essere felici.
sabato 2 maggio 2015
L'ARCA DI NOE'
Il materiale di oggi è: la cittadina di Corralejo (Fuerteventura, Islas Canarias)
Corralejo è come l’Arca di Noè: tutti gli esemplari possibili di esseri umani differenti sono rappresentati. Tutti i colori, tutti i mestieri, tutti i ceti sociali insieme. Sedersi alle 4 di pomeriggio a bere un caffè e guardare la strada è come vedere un video-fotomontaggio, sembra impossibile che persone tanto diverse possano passare sullo stesso marciapiede in uno spaccato di tempo di 15 minuti. Ci persone di tutte le età, sani e disabili, ci sono i ragazzi in gruppo, le coppette in pensione, le famiglie con i bambini, le mamme che portano i figli in piscina, i surfisti della domenica, cuochi e lavapiatti, venditori di souvenir e di street food, gli agenti immobiliari, i pescatori e le suore che pucciano i piedi dagli scogli, i bambini che si impanano nella sabbia, la vecchia tettona che dopo 10 ore di sole si fa la doccia, la mamma marocchina con la sua tunica a qualunque temperatura, col passeggino, la fidanzata dell’istruttore di kite che ha fatto la spesa, il venditore di escursioni, l’imbianchino che ha finito di lavorare, il gruppo di ragazzine tedesche che ridono pensando alla serata passata o a quella futura, la spagnola che lavora in banca ma ora sta facendo jogging, i due amici che si sono svegliati mezz’ora fa dopo il venerdì sera alcolico… e seduti ai tavolini del locale c’è chi mangia la pizza, chi la frittura di pesce, chi beve il cappuccino e chi è già al gin tonic.
Ognuno segue il suo percorso nelle strade del centro, avanti e indietro come la marea, ognuno però con il suo ritmo, e le sue motivazioni.
E poi ci sono tutti quelli che non si vedono, ma anche loro sono lì intorno: il capitano del traghetto, il benzinaio, la baby-sitter, l’osteopatia, il console, il postino, l’ingegnere, l’alpinista, il professore, il chirurgo plastico, l’idraulico fotografo, e anche il padrone della villa sulla punta, quella alla fine della baia, con i vetri frangivento sempre puliti e i divani bianchi nel patio sotto la bouguenville a bordo piscina.
Questo incredibile campionario di umanità è un panorama unico, multicolore, ed emozionante, a modo suo, tanto che anche i pesci di cartapesta del porto, invece che guardare il mare, guardano la passeggiata.
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