domenica 5 aprile 2015

SOLO UN VESTITO

Non avevo mai pensato veramente che gli abiti potessero essere delle opere d'arte, finché non ho ammirato i capolavori di Vivienne Westweood.
Non dico che sia la migliore, ma per me è stata la scintilla di una rivelazione.



Anche perché poi ho conosciuto Alexander McQueen...



...che mi ha portato a John Galliano...


Come si può sfuggire alla tentazione di valutare struttura, forma e colore, immaginazione, fantasia e tecnica, manualità, coraggio e passione...
Insomma, non si può dire che questi siano... solo vestiti. 
Ci vuole davvero una immensa passione, per il corpo femminile in primis, e poi per la relazione tra intero e dettaglio, composizione e contrapposizione di forma e palette di colori, ispirazioni e citazioni della natura e della storia dell'arte, e un godimento visivo e tattile per la scelta delle texture, dei materiali.
Capisco perché la maggior parte dei grandi stilisti siano prima architetti. Perché l'approccio è davvero identico, gli elementi in gioco sono gli stessi. 
A pensarci bene anche gli stili: essenziale, geometrico, barocco, informale, impero, floreale, gotico... 



Valgono per la moda le definizioni che normalmente usiamo per l'architettura ma anche per la pittura, la scultura e la musica, perciò anche involontariamente, mettiamo queste "forme" a paragone sullo stesso piano.
E vedendo questi capolavori mi sembra che sia giusto così.


Forse ciò che rende la moda un'arte è proprio la ricerca della bellezza nella forma.
E questo, per quanto mi riguarda, è già sufficiente.




sabato 4 aprile 2015

REALE VS VIRTUALE: 1 A ZERO

Il sito italiano di incontri on line per eccellenza lancia una NUOVA INCREDIBILE ATTIVITA': incontrarsi di persona! Che confortevole e rassicurante cambiamento sociale! Anche i seguaci praticanti più fedeli e convinti della realtà virtuale si sono dovuti rassegnare all'ineluttabile esigenza SENSORIALE, che non può essere compensata dalla sola attività intellettuale, per quanto intensa, interessante, intrigate e significativa possa essere!
Perciò ecco che le chat lasciano il posto agli eventi. Ecco che finalmente si ritorna ad incontrarsi di persona.
Così tutto ciò che preoccupava e pareva rendere più faticoso incontrarsi e più comodo farsi splendidi digitando sulla tastiera stando svaccati sul divano, ecco che torna di moda il contatto fisico!
Si rispolvera il gusto antico della preparazione, del rito della scelta del vestito, l'emozione dell'attesa, la gestione delle aspettative, l'emozione della prima stretta di mano, o forse del "bacio-bacio" che serve più che altro per annusarsi.
Ma non solo! Il grande upgrade è doppio. Non solo perché finalmente la gente ha di nuovo voglia di incontrarsi di persona, ma riconosce il valore del contesto sociale.
Incontrarsi in un tête-à-tête paradossalmente è riduttivo, mentre nel gruppo si possono percepire non solo i segnali rivolti a noi, ma anche quelli che i "possibili partner" lanciano verso gli altri, possibili concorrenti o possibili prede. Viene svelata la posizione che l'individuo assume all'interno del branco, consente di vedere e di mostrarsi impegnati in un'attività di interesse condiviso, di svelare e rivelare abilità e difficoltà, mitiga l'imbarazzo di essere totalmente al centro dell'attenzione e... non ultimo,  consente di conoscere e confrontare più possibilità in un'unica occasione!
Di nuovo la materia vince sull'immateriale.
E se è un po' triste che si debba ricorrere ad un sito di incontri anche solo per organizzarsi una cena ... è bene che comunque quel sito ci sia.



venerdì 3 aprile 2015

SCRIPTA MANENT

Nell’elogio del materiale sull’immateriale non posso non parlare della scrittura.
Gli esseri umani primitivi, così scarsamente dotati fisicamente, sono sopravvissuti grazie alla comunicazione. Non è stata la posizione eretta, tantomeno il pollice opponibile a fare la differenza, ma la nostra capacità di sviluppare una comunicazione complessa, un linguaggio in grado di aiutare il nostro simile a sopravvivere trasmettendo informazioni e conoscenza.
Anche le formiche lo fanno. Già. Ma le formiche per trasmettere questa conoscenza devono toccarsi, o quanto meno vivere nello stesso luogo, o quanto meno nello stesso tempo! E forse hanno meno cose da dirsi. Gli uomini invece, prima hanno sviluppato la comunicazione e poi hanno studiato dei modi per comunicare nel tempo, lasciando tracce che sono diventate disegni che sono diventate storie, prima per immagini e poi con le parole.
Nessun altra specie di questo pianeta è in grado di comunicare con i suoi simili del futuro come facciamo noi, e nessun’altra specie è in grado di mandare un messaggio così lontano come facciamo noi. 
Il potere e il valore del nostro pensiero è così grande perché abbiamo trovato il modo di esprimerlo, poi diffonderlo, ed infine di tramandarlo.


Le specie animali e vegetali del pianeta possono contare solo su ciò che è scritto nel loro DNA e su quel che la vita riserverà loro, come individui. Noi invece abbiamo accesso anche a tutto quello che nel nostro DNA non ci sta, la conoscenza di migliaia di altri individui che mettono a nostra disposizione esperienze che noi non faremo mai, attraverso la scrittura.
Poter imprimere su un materiale sufficientemente longevo informazioni come rimedi per le malattie, racconti di viaggio, quantità e misure, ipotesi e soluzioni, musica e poesia, ci ha permesso di sopravvivere e dominare.



E’ forse per questo senso di… soluzione, potere, utilità e nobiltà, che diamo alla comunicazione e alla scrittura un valore incalcolabile, una speranzosa fiducia, come unico rimedio, non tanto alla morte, quanto all’orrore dell’idea di non essere mai esistiti.