Una catechista illuminata ha dato di Dio una definizione… sensata. Dio è colui che ha creato le regole che muovono l’universo. E per regole si intende sia l’alternarsi delle stagioni, il fatto che l’aria calda sale e la fredda scende, che il sesso può generare prole, la velocità della luce e le conseguenze dell’amore. Tutto risponde e sottostà a queste regole di causa-effetto come una certezza, una sicurezza, una forza assoluta e imprescindibile. Come la gravità, che non impedisce di volare, ma c’è.
Io invece credo che la vita non sia stata creata ma si sia generata, che le regole non siano state scritte prima della vita e della materia, ma che si siano sviluppate mentre la catena di DNA degli esseri biologici diventava sempre più lunga.
In principio la materia si divertiva con combinazioni casuali che, anche se non portavano a nulla, però sprigionavano energia. E una volta che c’è energia… tutto può succedere!
Quando nel nulla eterno ad un certo punto una piega, un’increspatura, una ruga nella noia dell’uniformità, sbadiglia, ecco che un riflesso, un grumo più denso, una semplice differenza nell’uniforme informe, scatena il botto! innesca il meccanismo, il gioco di esistere.
Si esiste solo in contrapposizione al non esistere.
Credo che tutto sia partito dall’essere in due: luce e buio, caldo e freddo. L’assoluto unico e uniforme è l’inutile nulla, ma è bastato essere in due per dare origine a tutto quanto!
E non riesco ad immaginare, a pensare, a credere, che all’origine di tutto potesse esserci una cosa così complessa ed umana come la volontà. La vita non è un dono, è il moto perpetuo di causa ed effetto che ogni istante trasforma l’energia che abbiamo intorno in una gravidanza, un incidente stradale, una malattia incurabile o l’inspiegabile recessione di un cancro, così come diventa un’eruzione vulcanica, una poesia, il sorriso di un bambino o la nascita di una stella, un gene modificato o l’arrivo della primavera. Tutte cose che generano nuova energia, nuova materia, nuova vita.
E non serve credere in Dio per vedere i miracoli.